Tutta una questione di fiducia. E’ questa la parola che ricorre negli ultimi tempi quando si parla di Fredy Guarin e della sua rinascita con la maglia dell’Inter, sono tutti d’accordo nello spiegare il momento del colombiano: l’arrivo di Mancini ha donato nuova linfa al centrocampista che si sente al centro del progetto nerazzurro e, sgombro di mente, ripaga sul campo con prestazioni e gol che pian pianino stanno anche ricucendo il suo rapporto col tifo interista. D’altra parte il numero 13 del Biscione è uno dei senatori della squadra dall’alto delle sue oltre 100 presenze, arrivò alla Pinetina ormai tre anni fa dal Porto per 11 milioni di euro e poco più di dodici mesi fa fu sul punto di salutare per approdare alla Juve, nel famigerato scambio poi saltato sul filo di lana con Vucinic.
Oggi Guarin era accanto a Roberto Mancini durante la conferenza stampa della vigilia della sfida di Europa League contro il Celtic, il tecnico jesino ha risposto alle tante domande rivoltegli dai giornalisti sul buon momento della squadra e, come ovvio, sul suo giocatore ritrovato:
“L’anno scorso lo volevo portare al Galatasaray perché penso che sia un giocatore forte e conosciuto e pensavo che potesse fare bene con i turchi. Lui mi disse che stava bene qui. Sono contento che stia facendo bene. E’ un mix di fattori che lo ha reso un giocatore cardine della mia squadra”.
Qualche giorno fa il suo procuratore Marcelo Ferreyra aveva fatto un esaustivo quadro della situazione:
“E’ stato Mancini a cambiarlo. Appena arrivato alla Pinetina gli ha detto di voler puntare molto su di lui. La fiducia cambia il rendimento di un calciatore ed è stato così anche per Guarin. Si parla di un progetto intorno alla maglia nerazzurra e l’Inter ha voluto puntare forte sul mio assistito. Noi abbiamo sempre creduto alla società e la fiducia che adesso sente su di sé lo rende felicissimo, si sta godendo il momento. A gennaio non c’è mai stata la possibilità che partisse. E infatti lui è rimasto sempre tranquillo”.
E anche il diretto interessato dopo la doppietta all’Atalanta aveva ribadito il concetto:
“Ho la fiducia dell’allenatore, questo è fondamentale per i calciatori. C’è anche entusiasmo, per noi è importante. Mi sento molto bene, ringrazio Mancini e il suo staff. Ma anche i miei compagni, perché mi danno fiducia e mi aiutano giorno dopo giorno. Cosa mi ha fatto tornare ad alti livelli? Un po’ tutto. Il momento, la fiducia della squadra e del mister. Prima di tutto è la squadra che conta. I singoli fanno bene quando tutta la squadra va bene. La fiducia di Mancini è stata importantissima, così come il ritorno alla vittoria”.
E arriviamo alla giornata odierna. Guarin come detto era accanto al suo allenatore quando ha spiegato ancora una volta i motivi della sua metamorfosi di questo 2015, non avendo remore a tornare su quel passaggio alla Juve bloccato solo dai tifosi:
“Non fu una decisione facile, ma poi non se ne fece niente e adesso sono felice. Volevo che arrivasse questo momento. Io adesso sono qui a battagliare con la squadra e spero di vivere dei bei momenti dopo tre anni difficili”.
E’ proprio il suo momento ma attenzione, vietato abbassare la guardia: in fondo Guarin dovrà ancora sudare e non poco per diventare a tutti gli effetti un idolo del tifo interista.
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